Le multiutility crescono, solo Acea-Electrabel rimane sola
Aem Torino e Amga Genova sono riuscite nell'intento di fondersi. Ora rimane da capire cosa farà Aem Milano, ma tutte le strade portano ad un'integrazione con Asm Brescia. Chi non ha ancora capito cosa fare è Acea-Electrabel. Il gigante romano dell'energia e dell'acqua è rimasto solo e nessuno sembra interessato a "sposarsi" con lui. Cosa succede? Acea era uno dei campioni delle ex-municipalizzate mentre ora rischia di rimanere fuori dal grande risiko del settore. Ogni tanto esce fuori l'interesse per AQP ma ogni volta dalla Puglia fanno sapere di non essere interessati a vendere.
Rimanendo sola Acea-Electrabel rischia di divenire sempre più preda di qualche colosso estero alla ricerca di uno sbarco in Italia dalla porta principale. A scoraggiare potrebbe essere anche la partecipazione di maggioranza del Comune di Roma (51% secondo i dati in possesso di Consob) che non sembra essere intenzionato a scendere sotto tale quota. Non solo, ma non sembra esserci una strategia di sviluppo concreta. Probabilmente una delle mosse auspicabili riguarda l'Umbria dove è in discussione la costituzione di una multiutility provinciale a Terni per i servizi integrati di acqua e rifiuti. Il logico sviluppo potrebbe essere anche la produzione di energia dalle biomasse. Dall'Umbria, però, non c'è stato alcun commento ad eventuali ingressi di società del calibro di Acea e ciò lascia presupporre che non c'è nulla di ufficiale al momento.
L'unica certezza riguarda i dubbi che iniziano ad affiorare in particolare tra i piccoli azionisti preoccupati di continuare ad assistere alla politica di "standing alone" che i vertici di Acea insistono a tenere senza guardarsi troppo intorno. Il vero rischio per Acea è la calata al centro-sud delle grandi multiutility del nord ed emiliane con la loro forza d'urto. In tal caso si aprirebbero tempi piuttosto duri per la società romana.
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