29 ott 2006

Dove andrà a finire MPS

Il risiko bancario ci ha fatto assistere a tre nuovi grandi colpi che hanno avuto come protagonisti San Paolo, Intesa, Banca Popolare Italiana e Popolare di Intra. Sono rimasti fuori dai giochi ancora due grandi banche, Capitalia e Monte dei Paschi di Siena. Su Capitalia tutto è fermo finchè gli olandesi di Abn-Amro non decideranno cosa fare della loro partecipazione. Matteo Arpe ha dichiarato, poi, più volte che Capitalia sta bene da sola o comunque andrà eventualmente a scegliere un partner ma come cacciatrice, salvo sorprese.
L'altra grande banca ferma ai box è il Monte dei Paschi che nel passato ha dovuto scontare la diffidenza del governatore Fazio ma che oggi può scegliere liberamente se e come andare a nozze. Il nodo centrale rimane il controllo con Siena restia a cederlo a terzi. Ciclicamente torna di moda l'idea di un asse con Roma, ma da ambedue le parti altrettanto regolarmente arrivano secche smentite. Ed allora l'interesse di Siena potrebbe dirigersi altrove, verso banche di dimensioni più piccole ma che possono portare in dote un buon numero di sportelli, una buona raccolta e soprattutto una localizzazione geografica che sia di completamente con MPS. L'identikit porta subito alla Banca Popolare dell'Emilia Romagna. L'istituto è da tempo all'attenzione di molti gruppi bancari, in particolare di Popolare di Milano, un'altra delusa dall'ultima tornata di acquisizioni. Con Bper l'istituto senese andrebbe a completare geograficamente lo spazio tra la Toscana e la bassa Lombardia (qui è presente con la BAM). Non solo, ma si andrebbe a rafforzare in Sardegna, dove tradizionalmente il Monte è persente, e in Puglia (di complemento agli sportelli della ex-Banca del Salento).
Per ora è solo un'ipotesi che non trova conferme a livello ufficiale ma sono già molti gli analisti che, privatamente, tifano per una soluzione di questo tipo.

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