4 dic 2006

Per Alitalia due cavalieri bianchi: De Benedetti e Colaninno

Alitalia è in vendita, o meglio viene venduta una quota del 25% in mano al Tesoro. Immediatamente si è scatenato il totoacquirente. L'identikit dell'eventuale "salvatore" italiano porta a due nomi Roberto Colaninno e Carlo De Benedetti. Due nomi che sono di moda ogni volta che a guidare il Paese o alla presidenza di qualcosa (L'IRI ndr) ci sono Romano Prodi e Massimo D'Alema. Con Romano Prodi alla presidenza dell'IRI De Benedetti è andato a prendersi la SME a prezzi non certo carissimi. Il risultato allora fu una vendita veloce agli stranieri di Buitoni, Motta e Alemagna e Pavesi. L'Italia si ritrovò gli strannieri in casa senza accorgersene.
Dopo qualche anno è stato il turno di Colaninno. Il mantoavno di ferro si è presentato come salvatore della patria durante la battaglia lunga e durissima per il controllo di Telecom. Allora alla guida del colosso telefonico c'era Franco Bernabè che sponsorizzava l'arrivo dei tedeschi di Deutsche Telekom. Apriti Cielo! Allora si presentò Colaninno con un folto gruppo di lombardi agguerriti e danarosi. Alla fine questi la spuntarono e si presero Telecom Italia. La imbottirono di debiti tanto che alla fine per molto meno e senza Opa riuscirono a prendersela Tronchetti Provera e Benetton.
Ora c'è chi li vedrebbe bene alla guida di Alitalia. Per quanto riguarda Colaninno l'idea non sarebbe malvagia. Nel frattempo la sua Immsi ha dato dimostrazione ampia di saper risanare e gestire un'azienda campione dell'italianità come Piaggio. Lo ha fatto senza aiuti, con un duro lavoro di ricostruzione e con l'internazionalizzazione del prodotto. Ora Piaggio viaggia da sola e allora una nuova avventura potrebbe essere interessante per Colaninno. De Benedetti ha a disposizione il suo fondo dove doveva entrare anche Berlusconi, ma ha dei limiti. Intanto non può superare la partecipazione massima del 30% con un tetto di 150 milioni, quindi si deve assolutamente creare una cordata. Ma all'Alitalia serve un nuovo padrone e soprattutto servono risorse fresche e chi ha voglia di lottare duramente contro lo strapotere sindacale che fino ad oggi è quello che ha veramente governato la compagnia di banidera. Ne sarebbe capace De Benedetti? Ma soprattutto avrebbe interesse De Benedetti a prendersi un'azienda decotta e riportarla allo splendore dovuto? Oppure ci ritroveremmo di fronte a una vendita repentina, magari con qualche spezzatino?
No la storia ci ha insegnato che non si può, speriamo che non si ripeta.

Nessun commento: