L'Europa deve disinnescare la bomba demografica
La ripresa in Europa c’è ma è più lenta del previsto, la popolazione è sempre più anziana e i flussi
migratori faticano ad essere controllati. E’ il caso della Spagna e dell’Italia che proprio in questi
ultimi giorni hanno visto arrivare decine di migliaia di disperati dalla Libia. Così, stando alle previsioni della Bce, la contrazione della popolazione è alle porte ed inizierà nel 2026 e il sistema
pensionistico e del welfare inizierà a non reggere più. Nel 2050 il peso della popolazione anziana
sarà del 55% contro il 26% attuale. Insomma si prevede un crack che solo iniziando a lavorare da
ora si può evitare. Ma come? le strade da prendere sono più di una. Innanzitutto si deve regolamentare il flusso migratorio proveniente dai Paesi africani e asiatici. L’Europa non ne può accogliere in manier infinita e regolarizzarli perchè ne risentirebbe in maniera immediata il welfare.
Non si può neanche immaginare che solo i diretti interessati (in particolare Italia, Spagna e Grecia) definiscano legislazioni ad hoc in materia. Ci si deve muovere a livello europeo anche per obbligare tutti a rispettare le regole. Bisogna anche tener conto che gli immigrati servono alla nostra società ed in particolare sono coloro che con i loro contributi ancora riescono a mantenere in equilibrio il sistema pensionistico anche se con sempre più affanno. Deve essere trovato il giusto equilibrio.
La seconda strada è tutta interna e riguarda la competitività delle imprese. Se non si crea ricchezza è difficile sostenere un welfare pesante, che ti segue dalla culla alla tomba. Ogni Paese ha metodi diversi ma nella sostanza la linea di condotta è la stessa. Solo con lo sviluppo lo Stato può assicurarsi maggiori entrate tributarie, si possono assicurare più posti di lavoro e dunque maggiori contributi e soprattutto si può iniziare a pensare ad una politica di sostegno seria alla natalità. Quest’ultimo è il terzo pilastro su cui si deve fondare la politica futura di qualsiasi governo del Paese.
E’ fondamentale invertire i dati previsionali e quelli reali dell’Europa. Svecchiare la popolazione
favorendone la natalità è un lavoro di lungo termine ma fondamentale per rendere di nuovo sostenibile il welfare europeo. Se non si opererà in tal senso la denatalità sarà una bomba ad orologeria che scoppierà fra le mani di figli e nipoti in maniera insostenibile. Le grandi riforme finanziarie ed economiche sono state portate avanti, i mercati sono più o meno liberi e concorrenziali, l’Europa si muove sempre più come soggetto politico (anche se ancora soffre di nanismo politico) ma manca una strategia valida per le politiche sociali che sono alla base della sopravvivenza di una società moderna. Senza di esse la società vive nell’egoismo e nell’individualità rendendo ogni sforzo teso allo sviluppo inutile. Le grandi riforme devono necessariamente avere uno sviluppo a lungo termine e devono essere tese a garantire le generazioni future magari con qualche sacrificio nel presente.
L’aumento drastico dell’età pensionabile effettiva e l’affermazione di un sistema pensionistico privato sono pilastri necessari per garantire nei prossimi decenni la sostenibilità del sistema e, quindi, le generazioni future.
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