4 nov 2006

Quer pasticciaccio brutto della Finanziaria

L'Editoriale di Economia&Mercato

Una volta si diceva che la Finanziaria era la prima legge dello Stato. Oggi sembra tanto il mercato di quartiere. C’è un gran tira e molla su ogni punto. Chi vuole pagare meno, chi chiede che altri paghino di più, chi protesta per il taglio delle risorse, chi per l’aumento delle licenze. In quest’ultimo mese Palazzo Chigi sembrava un confessionale di uno dei tanti reality con la fila di gente che va a chiedere conto delle decisioni di Padoa Schioppa.
Ecco allora che la Finanziaria si trasforma in un pasticciaccio brutto. Pochi tagli e tanti aumenti. La soglia della ricchezza è decisa per legge in 40mila euro lordi, le auto vengono tassate a partire da una potenza non altissima. E Paoda Schioppa, di solito uomo compassato e equilibrato, si sbilancia ricordando il titolo di una vecchia telenovela con un “anche i ricchi piangono”. Tra tasse, tassette e balzelli, addizzionali locali e aumento delle accise, la nuova Finanziaria peserà per circa mille euro sulla gran parte dei cittadini, dipendenti e non, professionisti ed industriali.
Questo sì che è democratico. Tutti si lamentano tranne la Cgil. Parafrasando Paoda Schioppa bisognerebbe dire che “anche il ceto medio piange, eccome!”.
E intanto le banche estere gongolano e ritornano di moda i beni al sole.

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